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presenza del padre. Le avevano dato una nuova governante, una tedesca, per la quale non aveva nè alletto, nè antipatia. Da principio domandava spesso di Gilda, ma, poichè nessuno le rispondeva, finì col non parlarne più; e tutto lo slancio del suo piccolo cuore precoce si concentrò nel babbo e nella mamma: specialmente nel babbo, per il quale aveva sempre avuto una sorta di adorazione.

Al pranzo di Natale intervennero, per la prima volta dacchè Giovanni aveva sposato la russa, tutti i suoi parenti più prossimi. Il nuovo soffio di fortuna che lo portava in alto, l’onore della deputazione, di cui si compiacevano, attribuendosene un qualche riflesso, la magnificenza dei suoi ricevimenti, li avevano attirati e riconciliati improvvisamente dopo tanti anni.

Soltanto i Minelli non erano intervenuti, perchè il Natale lo volevano fare nella propria casa, insieme ai loro vecchi.

In compenso Giovanni li aveva pregati di non mancare il primo dell’anno. Non si trattava soltanto di un pranzo, ma di un ballo di fanciulli, che Lea offriva ai suoi piccoli amici e parenti, fra le due dopo mezzogiorno e le sei; una matinée dansante, come le chiamavano a Parigi dove erano venute in gran moda.

La signora Edvige, sempre felice di essere una delle prime a introdurre le mode nuove, dava queste spiegazioni a Rosina Minelli.

Ora si stavano facendo gli ultimi preparativi. 1 bambini avrebbero ballato nella sala moderna: nella sala empire, si era preparato un ricco buffet, nella galleria alcuni giuochi per i bambini troppo