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nell’ingranaggio 315

vanni, per prendere posto in uno scompartimento vicino al suo. Le pareva di camminare come in un sogno, e che tutta quella gente fossero fantasmi, senza volontà nè coscienza, spinti come lei da una fatalità ineluttabile.

Un momento, Giovanni, che era rimasto indietro per salutare un amico, le passò accosto sfiorandola col gomito. Ella alzò istintivamente la mano per trattenerlo, ma non lo fece. Tuttavia egli avvertì il movimento; si voltò verso di lei e riconobbe la figura nera tutta velata che aveva destato la sua curiosità nella sala di aspetto. Ma ella aveva voltato il viso dall’altra parte e camminava tranquillamente vicino a lui.

— Babbo! — chiamò Lea: babbo, dove sei?

Egli le rispose e s’affrettò a raggiungerla.

La sua voce, profonda e dolce, parve leggermente agitata a Gilda. Forse un dubbio aveva attraversato il suo cuore ed ella era riescita a sventarlo, o lui stesso non aveva voluto indagare di più.

Oh, se avesse potuto dargli un bacio, senza ch’egli la vedesse I

Egli aveva ora trovato Bardaniti, che partiva con loro, e Santini e altri che erano là per salutarli.

Gilda entrò in uno scompartimento che precedeva di poco il coupè riservato, dove aveva già preso posto la signora Pianosi con Lea e la istitutrice.

Alla discesa, a Melegnano, contava di fermarsi a vedere sfilare il treno; così se lui si affacciava lo avrebbe visto ancora una volta.

I conduttori chiudevano gli sportelli, in fretta;