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nell’ingranaggio 29


Si salutarono ridendo e scambiando un’occhiata espressiva, da persone che non hanno nulla a nascondersi.

Quando egli arrivò nel circolo dei sapientoni, come i villeggianti usavano chiamare quel gruppo di persone che solitamente circondavano la signora Pianosi, trovò una conversazione animatissima.

Un amico gli susurrò all’orecchio:

— La bella Edvige sta facendo la conquista del professor Rachelli.

Il professor Rachelli, un omino tra i quaranta e i cinquanta, era uno scienziato archeologo che veniva a Milano per la prima volta dal fondo della sua Calabria. La grande città, il movimento straordinario, accresciuto in quei mesi dall’affluenza dei forestieri per l’Esposizione Nazionale, la vita di società a cui lo aveva iniziato un deputato del suo paese, avevano un poco stordito il semplice e modesto uomo. Il suo nome, la fama mondiale ch’ei s’era acquistata, quasi senza saperlo, gli aprivano tutte le porte; una volta presentato e conosciuto, gl’inviti gli arrivavano da tutte le parti. Le belle signore del mondo elegante milanese erano felici di accogliere nei loro salotti quell’erudito così diverso dagli altri, dai modi piacevoli e dalla mente elevata, poeta, e dei buoni, a tempo perduto, con una punta di acerbità giovanile e una succosità boschereccia che contrastavano amabilmente coi grossi riccioli grigi de’suoi capelli, e la sua inesauribile erudizione.

L’onorevole Arbelli, altro meridionale, lo aveva presentato quella sera soltanto in casa Pianosi,