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34 nell’ingranaggio


— Venga giù — disse — vedremo meglio.

Egli si lasciò condurre discorrendo con entusiasmo della splendida festa, del paese bellissimo, unico al mondo, ricco di donne incantevoli, di panorami deliziosi. La Lombardia lo aveva ammaliato, diceva egli allegramente, e in verità non voleva lasciarla più per un pezzo.

La signora Pianosi si credè che quello fosse il momento opportuno per invitarlo a rimanere alcuni giorni con loro, dacché quella località aveva la fortuna di piacergli.

Egli si fece serio, la ringraziò vivamente, ma protestò alcuni affari imprescindibili per cui doveva trovarsi a Milano il domani.

— Ebbene — insistè la signora — ritorni appena li avrà sbrigati.

Egli non promise, non s’impegnò: disse che avrebbe fatto ogni sforzo per procurarsi tanto piacere, ma temeva assai che non gli riescisse. Si capiva che voleva esimersi da ogni impegno senza mancare di gentilezza.

La signora Pianosi ebbe il tatto di non insistere.

— Ella non è dunque della mia opinione nell’argomento su cui si discuteva poco fa? — gli domandò finalmente, mentre i battelli e le bande si allontanavano, e la folla si perdeva lungo il viale del giardino.

— Le interessa di saperlo?

— Moltissimo! Ella è tale uomo la cui disapprovazione, se me la sono attirata, come dubito, dovrà essere nel medesimo tempo una lezione, e schiudermi un altro orizzonte d’idee, ben più vaste e luminose, che modificheranno essenzialmente le mie convinzioni.