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nell’ingranaggio 35


Egli non potè sopprimere un leggero movimento di dispetto: non gli piaceva di essere trattato come un uomo volgare, e l’adulazione lo stomacava. Si fermò su due piedi e la guardò fisso in viso.

Ma ella lo guardava con i suoi grandi occhi azzurri, trasparenti e sinceri: e il bel viso roseo era illuminato da un sorriso dolce e ingenuo, come quello di una bambina.

— Io non sono che un archeologo, — disse il Professore dopo un momento di silenzio — e la mia opinione in tali argomenti non ha alcun peso. Tuttavia, dacché mi fa l’onore di dare tanta importanza alle mie parole, le dirò la verità. Quando sento dire che la soggezione in cui la società moderna vuole ancora tenute le donne, e quindi la indissolubilità del matrimonio, sono nell’interesse delle donne stesse, non posso a meno di pensare a ciò che mi fu detto una volta da un Musulmano. Si parlava della posizione di schiave che hanno le donne in Turchia, ed io, come qualunque buon Europeo, non potei trattenermi dal dire francamente che quella era una cosa abbominevole. Ebbene, il mio Musulmano mi rispose con altrettanta franchezza che avevo torto, e cercò di provarmi con molto sottili argomenti che la legge turca era tutta in favore delle donne, poiché altrimenti molte di esse sarebbero cadute in balia dei più furbi e violenti, per essere poi abbandonate vigliaccamente alla miseria e al vituperio, come in Europa.

— Ella crede dunque che... — disse Edvige con impeto e soddisfazione, dimenticando improvvisamente le opinioni che aveva sostenute un momento prima; — ella vuole la donna libera, assolutamente libera e pari all’uomo?