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68 nell’ingranaggio


che lui? Le mancava però la forza di andargli incontro o di dire: Avanti! Pronta a discendere nel suo studio per dirgli ciò che stimava necessario, l’idea ch’egli l’aveva prevenuta, che veniva a cercarla lassù nella sua cameretta, dove nessun uomo era entrato ancora, la sconvolgeva profondamente.

Egli bussò più forte. E subito dopo, indovinando forse l’agitazione e le esitazioni della fanciulla, e volendo vincerle, anche a costo di parere brutale, voltò la gruccia, e la sua bella figura di uomo altero ed elegante, apparve improvvisamente nella inquadratura dell’uscio.

Gilda, esterrefatta, lo guardava.

Un momento egli parve esitare sotto la fierezza di quello sguardo; ma oramai era troppo tardi: anche se voleva recedere, doveva dare prima una spiegazione del passo che aveva fatto.

Entrò col cappello in mano, e chiuse l’uscio dietro di sè, senza però allontanarsene.

— Le domando perdono signorina, — disse con la sua voce più dolce — le domando mille volte perdono. Non prenda quest’atto per quello che potrebbe parere ad un giudice estraneo, superficiale. Sapevo che era alzata: l’ho sentita aprire la finestra poco fa; ho visto il lume; e, siccome desideravo di parlarle prima di domani, e avevo aspettato inutilmente d’incontrarla a pranzo e nella serata, ho creduto... mi è parso... che la mia azione, un po’ troppo libera, potesse trovare scusa, ch’ella non avesse a farmene una colpa... Se mi sono ingannato, però, se devo ritirarmi, comandi, io obbedirò....

Gilda Mauri era molto giovine, molto inesperta