Pagina:Speraz - Nell'ingranaggio.pdf/77

Da Wikisource.

nell’ingranaggio 73


La vedeva bella, poichè l’aveva sposata appunto per questo; e capiva che aveva molto spirito; ma per lui era una donna fredda, dal sangue nordico più gelato; incapace d’accendersi, altro che per sè stessa, per la sua vanità e per il suo orgoglio. Ora in quale cosa mai quell’eterno malcontento, quell’uomo amaro e sarcastico, fallito all’arte e ai trionfi del foro, poteva lusingare l’orgoglio e la vanità di sua moglie?

Sano, e nato agli amori sani e naturalmente logici delle creature forti, egli non poteva intendere il fascino morboso di certi amori composti di odio e di voluttà, di repulsioni oscure e di fiammeggianti attrattive.

Per questo suo stato d’animo, egli non ebbe’ alcun dubbio che Gilda gli tacesse una parte del vero, e pure comprendendo tutta la gravità della rivelazione, seppe vincere le proprie inquietudini, apparire quasi calmo e rassicurare la giovinetta.

Cominciò dal ringraziarla con vivissima espansione per l’amicizia che gli dimostrava: lui non se ne sarebbe dimenticato mai; le avrebbe serbato una riconoscenza eterna; in qualunque caso della vita doveva rivolgersi a lui; l’avrebbe sempre trovato pronto a qualunque sacrificio: perchè in quel momento riceveva da lei un grandissimo beneficio non tanto in riguardo agli affari, che non lo spaventavano mai, come dal lato morale.

In quel momento della sua vita, in cui gli pareva che tutto crollasse, che tutto fosse egoismo, falsità, rincontro di una affezione così delicata, così sincera, gli faceva provare una gioja ineffabile e affatto nuova.

Egli diceva queste cose come gli venivano,