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Suo padre aveva fatto il segretario comunale in una piccola borgata, sua madre la maestra inferiore nella scuola rurale. Riesciti faticosamente a riunire queste due occupazioni nello stesso Comune, non s’erano più mossi, non avevano tentato alcun miglioramento, per timore del peggio. Vivevano rassegnati nella loro miseria; ma senza gioie. Si amavano?... Ella interrogava le sue memorie più lontane, e non sapeva decidere; propendeva per il no. Si tolleravano con una certa tranquillità apatica dalla parte di lui; mentre la donna pareva sostenuta dal sentimento religioso. Forse non avevano mai trovato il buon momento per intendersi più profondamente, trascinati com’erano dalle preoccupazioni materiali!

Comunque fosse, avevano fatto tutti e due sforzi indicibili per darle una educazione che le aprisse una carriera meno meschina della loro.

Ella si rivedeva piccina alla scuola comunale; rivedeva le faccie rosee delle compagne più care, delle maestre che la pigliavano a proteggere; una bambina, la figlia del medico, con dei bei vestitini a colori vivi, che le aveva fatto tanta pena non volendola per amica. Questi particolari prendevano nuovo interesse nella sua memoria. Ci si perdeva a ricostruirli. Ma tutto a un tratto si rammentava di quello che doveva fare e del tempo che perdeva, e s’alzava con premura per rimettersi in cammino. Il suo passo produceva un rumore particolare sui pavimenti lucidi nel silenzio delle stanze vuote; ed essa lo ascoltava involontariamente, seguendo col pensiero le nuove immagini che per analogia si destavano nella sua mente. Erano anticamere fredde, lunghi corridoi di uffici, dove i passi risuonavano appunto in quel