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I preti stazionavano ora a un letto ora all’altro. E da mattina a sera si sentiva un continuo biascicamento di preghiere latine fatte da bocche senza denti.

— Lo sai, io non voglio il prete — disse un giorno Alessandro all’amico suo.

— Non temere: ci sono io.

La vecchietta che sedeva dall’altra parte tutta tremante, indovinò più che non intese, e non potè frenarsi.

— Sandro! Sandro! per carità!...

Il morente, per uno sforzo energico della sua volontà sollevò la testa e ficcò gli occhi ardenti di febbre in quelli della moglie.

— Sono un uomo io! Un soldato!... Sono libero....

Ricadde spossato.

E il povero viso, sempre più scarno, sempre più affilato, sempre più caprino della infelice vecchia, inondato di lagrime, fu coperto dalle mani tremanti, ingranchite.

Dovette uscire un momento per singhiozzare liberamente.

Quando ritornò, il marito la guardò sorridendo con dolcezza.

— Ti raccomando la nostra reliquia! Quando vedi che dò di volta, prendila tu.... E quando verrà il tuo giorno, e sentirai che non puoi stare in piedi, prima di metterti a letto, bruciala, o falla bruciare, da «Gerolamo»... Ma se lui non ci fosse più non ti fidare di altri.... Potrebbero avere il capriccio di tenerla.... e io non.... voglio che profanino....

Ella promise piangendo....

Poco dopo si presentò il prete.

— Non voglio — disse il malato con voce ferma.

Il prete fece un grand’atto di meraviglia e di collera.