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UN DESINARE.


E

ra la vigilia di Natale; Milano pareva trasformata in un vasto, enorme mercato. Mai come in questo giorno mi è sembrata vera l’osservazione, che l’umanità si divide in due grandi schiere, di compratori e di venditori, le quali s’intrecciano, si confondono, tornano a separarsi formando sempre nuovi gruppi, come le figure di un caleidoscopio.

Le strade erano piene di gente d’ogni risma: gente allegra — preoccupata — nervosa.... I bambini passavano cinguettando, con quella loro aria di beatitudine e d’inquietudine vaga, gli occhi pieni di sogni e di speranze.

Ci si pigiava davanti alle grandi vetrine e alle piccole mostre, per entrare nelle botteghe, per arrivare ai banchi, disputando, contrattando, scegliendo il meglio possibile, ciascuno nel limite delle proprie forze.... finanziarie — limite sempre ristretto relativamente ai desideri.

Come di ragione, i migliori affari erano riservati ai venditori di cose mangereccie — dal macellaio al pasticciere — ed ai venditori di giocattoli; poichè, Natale è, come si sa, una festa di famiglia, nella quale si fanno gli onori al ventre e ai figliuoli.

Il tempo essendo discreto, la passeggiata era piacevolissima