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volto amico... Sentirsi rimpianta, unica speranza ormai della sua fuggente vita.

Si vestì, con la febbre, scese le scale barcollando, non dimenticando però di pregare la solita buona vicina a prender cura del vecchio durante l’assenza di lei.

— Non ha ancora pranzato. Il brodo è sul fornello.

— Va bene — diceva la donna sorridendo. — Si diverta, signora Noemi! Ci penserò io alla sua casa!...

— Buon divertimento! — ripetevano i bambini della vicina.

In istrada ella fu presa da spasimi così atroci che dovette fermarsi, piegarsi in due...

La nebbia fitta mozzava il respiro.

— Dio! Dio! lasciatemi arrivare fin là!... Perdonatemi, Dio santo! Perdonatemi, e in prova del vostro perdono lasciatemi arrivare fin là!...

Ed ella era arrivata: Dio le aveva perdonato. Lei stessa non avrebbe saputo dire in qual modo ci era riescita. Una forza arcana, che era in lei, nella sua anima, l’aveva sostenuta in mezzo agli spasimi e alle vertigini. Quella forza la sosteneva ancora.

Ma ahimè, presto sarebbe esaurita! La sua testa si perdeva: sentiva il sudore diaccio della morte.

Di tratto in tratto alzava gli occhi e incontrava lo sguardo fisso del giovine pittore. Allora provava una strana sensazione di ritorno alla vita; le sue forze si rianimavano; gli era come se un’ondata nuova di sangue fresco e vigoroso fosse entrato nelle sue vene e ne avesse cacciato il veleno.

Ma dopo brevi istanti, il nemico occulto ritornava all’assalto, e lei era sempre più debole.