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la dama della regina 95

Aurelio ed Ettore si divertirono per loro conto della galanteria del Rigo e del de’ Grassi; e le due giovani pure ne risero, specialmente quando il de’ Grassi, spinto dalla maliziosetta Elena, entrò a raccontare le sue iperboliche avventure di caccia. Marco Apolonio si rassegnò alla magniloquenza della sua erudita ammiratrice, riempiendole continuamente il bicchiere che la poveretta vuotava quasi senza accorgersene nella gioia insolita d’intrattenersi col suo prediletto, sperando forse di conquistarlo.

La colazione era alla fine: il moka genuino, così gradito ai frequentatori di casa Castellani, spandeva nella sala il suo vivificante profumo, allorchè fu udito il galoppo di un cavallo che si avvicinava.

— Un messo — disse il podestà.

— Una staffetta — corresse il capitano.

— Verrà da buona-parte! — completò il dottor Marco.

— Senza scherzi, costui ha molta fretta. Finiamo il nostro caffè.

E tutti vuotarono le belle chicchere di maiolica decorata.

— Ecco, ho indovinato io: è un messo della podesteria — disse il nobile Alessandri che si era affacciato alla finestra.

— Che c’è?... Chi ti manda?