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la dama della regina 3

pubblica in Alessandria di Egitto. La vedova viveva sola sotto l’egida dell’arciprete don Ludovico Raimondi fratello suo. A quel tempo ella era ancora una donna di bell’aspetto dalle forme scultorie, dal volto fine, espressivo, la cui superstite freschezza era accresciuta dai capelli bianchi, non per canizie, bensì per la cipria che ella portava ancora sull’alta acconciatura. Vestiva quasi sempre di bianco come era la moda, ma nel taglio degli abiti non adottava le nuove foggie che tanto scoprivano le forme femminili, giudicandole disdicevoli alla sua dignità di matrona. Stava d’incanto così, ed i suoi amici ancora l’ammiravano.

Oltre la grazia e l’intelligenza della contessa Castellani, oltre la fortunata collocazione della sua casa in vedetta su quel mare Adriatico, dove, in quei tempi, si attendeva sempre qualche nuova apparizione, un’altra cosa, una cosa futile ma piacevole manteneva ed ispessiva sempre più intorno alla dama il circolo dei devoti. Ella distribuiva senza parsimonia l’eccellente caffè che suo figlio le mandava direttamente dall’Egitto. Poco a poco casa Castellani era divenuta la vera, la grande bottega di caffè del paese. Nella bella stagione specialmente dopo l’ora della siesta, venivano, oltre gli amici del paese, quelli che abitavano in villa o nei casali