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144 la dama della regina

tega di commestibili e l’immancabile osteria. Non molto lungi di là verso levante, si nascondeva tra i cipressi ed i pioppi la bella casa del gran cacciatore Virgilio de’ Grassi e un po’ più in là ancora, era quella assai rustica di Annibaie Rigo, in mezzo ai campi, coltivati con tanta cura che non un pezzetto di terreno rimaneva infruttuoso.

La vita di campagna non era molto diversa da quella che i signori possidenti menavano in quel loro borgo illustrato pomposamente col nome di città.

Gli uomini andavano quasi tutti a caccia: anche se uscivano a diporto o per sorvegliare i lavori campestri, portavano sempre il fucile e li seguiva il fido cane. Aurelio che aveva fatto in Africa la grande caccia, trovava insulse quelle caccie troppo famigliri; ed Ettore Almerighi, sempre di gusto opposto ai più, odiava ogni sorta di caccia, forse appunto perchè i suoi concittadini ne andavano pazzi; ma sopra tutto egli odiava le uccellande, passione dell’arciprete, che faceva il viaggio innanzi e indietro un paio di volte la settimana per rimanere ore ed ore chiuso nell’uccellanda di casa Castellani. Sua sorella e la signora Alvisi andavano qualche volta a trovarlo in quel suo regno, quasi sempre per farlo arrabbiare perchè chiacchieravano.

Di solito però le due signore passavano la giornata in giardino, dove donna Anna Maria