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raccontava, tanto più che Aurelio sapeva raccontare. Camminavano, quando il sentiero lo permetteva, tutt’e quattro in fila: le due donne nel mezzo, Aurelio vicino ad Elena: Ettore al fianco di Bianca.

Se capitava una traversata difficile, un fosso da saltare od un ruscello, da passare al guado, Aurelio offriva il suo appoggio ad Elena, che faccettava con gioja: Ettore a Bianca; ma Bianca spesso si schermiva. A volte anche Elena rifiutava perchè le pareva che il cugino facesse per complimento; egli allora l’afferrava alla vita e se la portava in braccio come una bimba, sottile e leggera, benchè già alta. Ella andava in collera a quelle mosse.

— Non son più una bimba! — gli gridava fissandolo con i grandi occhi velati di tristezza. — Non voglio che tu mi tratti come una bambina: avrò diciott’anni a Natale.

— Hai ragione, non sei più una bambina — rispondeva egli malinconicamente. — Ma io sono vecchio: ho il doppio anni di te!..

Tali parole dispiacevano a lei sovra ogni cosa: protestava energicamente: non era vero: non aveva il doppio anni di lei!

Aurelio rideva, scherzava: voleva darsi a credere che fossero giuccherie non più adatte alla sua età; ma in fondo al cuore l’ingenua tene-