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8 la dama della regina

— Generoso peraltro, generoso errore.

— Soltanto i forti possono essere generosi! La bella generosità ha costretto Venezia a mostrarsi vile, cacciando l’ospite: il quale, naturalmente, non le serberà alcuna gratitudine dell’averlo accolto, bensì un grande rancore per averlo espulso.

Il podestà Alessandri si credè ancora in obbligo di difendere la Serenissima. Anche don Ludovico, eccitato, tornò ai suoi insulti contro i francesi. Perfino il farmacista Carlo Furegoni — conte anch’esso, ma decaduto — un omino smilzo molto amante del caffè genuino di Moka, si lasciò trasportare dall’eccitazione nervosa e lanciò qualche insolenza contro il saccheggiatore e il rapinatore del Monte di Pietà di Milano, di Pavia, di Bologna.

Fu un vocìo generale che durò alcuni istanti.

— Per carità, amici miei, finite di gridare — supplicò la contessa mettendosi tra coloro che piò accesamente discutevano. — A che vi serve?... Quello che è avvenuto è avvenuto; nè voi potete influire su ciò che si sta preparando. Quietatevi, sapete bene che sono già tanto angosciata per mio figlio che non so dove sia!

Tutti la guardarono, sorpresi.

Il dottor Apolonio le domandò scusa: il farmacista, rosso come un gambero, balbettò parole confuse. Quelli che nella furia del ragio-