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la dama della regina 11

bili veneti — saranno scomparse, livellate: i nostri fattori, i nostri coloni, i bottegai saranno i signori. La nostra Repubblica si dissolve, e noi con essa.

— Ritorno al tema — mormorò un signore che di solito non parlava.

L’arrivo di altre visite scongiurò momentaneamente il pericolo.

Primo venne un signore che abitava molto in villa e faceva tutti i giorni una cavalcata al paese per visitare donna Anna Maria e bere almeno una tazza del suo moka. Era costui un uomo alto, robusto, dal possente torace, con una bella testa e una folta chioma leggermente brizzolata. Gran cacciatore e cavalcatore instancabile, di razza: aveva i difetti di queste qualità: le gambe cavalline; l’abitudine di strizzare un occhio, come nel prender la mira e una leggera sordità proveniente dal rumore dei colpi vicino all’orecchio. Avverso per istinto a tutte le novità e patriotta, odiava tedeschi e francesi, e si dichiarava pronto all’odio universale per tutti gli stranieri. Adorava la sua vecchia Repubblica, ne approvava tutti gli atti indistintamente e non poteva neppur immaginare che quella magnifica istituzione, famosa per le sue vittorie, per saggezza, prosperità, splendore d’arte ed atti generosi, dovesse finire un giorno. Egli quindi