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212 la dama della regina

desiderio di suo figlio, invitò le signore Alvisi a fermarsi con loro. Aurelio ed Elena si scambiarono uno sguardo pieno di tenerezza. A tavola, come suol accadere, la conversazione prese un andamento più spigliato, e Aurelio trovò il momento opportuno per toccare dei suo prossimo matrimonio con Elena. Le madri se ne rallegrarono assai, tanto più che attendevano da lungo tempo quella comunicazione.

— Saranno nozze senza feste, senza preparativi, perchè io ho stabilito che ci sposiamo uno di questi giorni, all’alba, quando don Ludovico dice la solita messa; e subito dopo andiamo in campagna, dove Elena ed io ci stabiliremo per lungo tempo. Voi mi comprendete; io non voglio assistere a ciò che avverrà qui, forse tra poche settimane; e non lo voglio vedere quando sarà avvenuto, se non il più tardi possibile.

Le signore compresero; e l’immagine del fatto esecrabile le colpì improvvisamente: videro, come se fossero state davanti ai loro occhi, le insegne gialle e nere: videro l’aquila bicipite al posto della bandiera di Venezia, del Leone di San Marco, e rabbrividirono.


Fine.