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la dama della regina 53

scaffali dove brillavano in eleganti legature i magnifici volumi del settecento, dalla stampa nitida, dai caratteri rotondi, dalla bella carta solida e opaca, allineati cronologicamente e divisi per materia. Un grande riparto era dedicato ai poeti italiani, incominciando dai primissimi che occupavano lo scaffale più alto discendendo fino ai più recenti. Sopra una larga tavola erano ammucchiate le edizioni più recenti, italiane ed estere acquistate da Aurelio, e alcune gazzette. Sul caminetto, nel centro di una parete, fra due finestre, un dipinto di scuola tizianesca.

Bianca Verdier girò gli occhi intorno e rimase un po’ stupita.

— Era un vero bibliofilo, vostro padre!....

Aurelio scrollò il capo:

— Un semplice curioso egli era, uno spirito avido di sapere per il sapere, senza uno scopo, nè ambizioso, nè utilitario: un curioso impassibile. Avrebbe voluto vedere tutto, conoscere i misteri della Natura, la vita dei popoli.... così «per non aver fatto il gran viaggio della vita come un baule chiuso» sono sue parole. Io non lo vidi mai commosso, nè stupito: sorrideva di tutto bonariamente e ironicamente: sorrise fino in punto di morte.

Bianca ascoltava pensosa.

— E voi?.... siete anche voi così?