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la dama della regina 59

canizie. Vestivano piuttosto all’antica, per convinzione non per trascuraggine, che anzi erano azzimati, perfino il prete, e quel giorno più azzimati del solito, essendo stati avvertiti che la dama francese avrebbe pranzato con loro.

Bianca apparve in un elegante abito di leggierissima seta bianca, un crepon quasi velato con un largo fisciù di tulle e pizzi di Bruxelles, incrociato sul petto e fermato dietro in quella foggia che ancora oggi si dice alla Maria Antonietta: le gonne succinte secondo la moda del momento: le braccia nude e nudo il collo; le spalle appena velate dal fisciù. Era questo l’unico costume elegante ch’ella possedeva. I biondi capelli acconciati semplicemente à l’enfant e lo sguardo soave delle pupille color del cielo le davano un’aria di fanciulla modesta, quasi timida. Nessuno avrebbe pensato, a vederla così, ch’ella avesse vissuto nel fasto di una corte regale, presso ad una regina come Maria Antonietta, e meno ancora che quegli occhi sereni avessero veduto le terribili scene della rivoluzione.

Il suo incedere, il portamento, la scioltezza e la compostezza de’ suoi atti temperavano con un profondo rispetto la vivissima ammirazione che a tutti ispirava. Appena la videro, i signori si levarono in piedi, meno l’arciprete, che però