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66 | la dama della regina |
saggio delle navi d’ogni misura, che si movevano dai vari porti per recarsi a custodire l’Estuario veneto e proteggere Venezia, fornirono l’eterno inesauribile soggetto alle conversazioni.
Si parlò pure della leva militare imposta dal Senato.
— Noi possiamo dare otto teste — disse il podestà.
— Tra questi ci sarà il figliuolo della Margherita Fanti: l’ho incontrata adesso piangente. Non si potrebbe risparmiarlo?
— Ben volentieri, cara signora, ma non è possibile!
L’Almerighi osservò che non era il caso di disperarsi: quei giovani non correvano alcun pericolo: al primo sparo il Senato avrebbe chiesto la grazia di arrendersi.
Nessun amico della Serenissima rilevò l’insulto: sentivano forse anch’essi la triste verità.
Aurelio annunciò a sua madre che egli accompagnava le reclute alla Dominante.
— Come! Tu vuoi andare a Venezia adesso? — interrogò Ettore Almerighi. — Con questo passaggio di navi che vanno a difendere l’Estuario.... non si sa mai! La tua casa è esposta.....
— Questo è vero — osservò il podestà. — La casa è molto esposta. Ma le signore non sono sole: vi sono tre uomini di servizio, mi pare.