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IV.

Il giorno fissato per la scampagnata si annunziava bene con un cielo limpido e un fresco venticello che prometteva di mitigare l’ardore del sole. In piazza del duomo, l’unica piazza del paese, già attendevano i cavalli sellati ed il largo carro appena arrivato dalla campagna co’ suoi bovi candidi, maestosi e pazienti. I signori giungevano alla spicciolata e davano una capatina in duomo, dove le signore si fermavano a sentir la messa che don Ludovico usava dire all’alba.

I lavoratori dei campi vicini e delle ortaglie uscivano dalle loro case con le bisaccie e gli arnesi del lavoro in spalla: i pescatori della notte arrivavano in porto col pesce fresco, e quelli del giorno si preparavano alla partenza.

Il paesello dei Castellani e degli Alessandri, che ne erano stati indubbiamente i primi signori, portava quasi per ischerno il titolo di città inciso sulla vecchia porta verso la campagna, a Nord-Est. La sua costruzione assolutamente primitiva mancava di un piano regolatore. Le abitazioni sembravano venute su a caso in mezzo