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84 la dama della regina

Egli pronunciò queste ultime parole con un accento d’angoscia così profonda che Elena e Bianca sussultarono. Almerighi, Apolonio, il podestà e gli altri, avendo inteso confusamente gli si avvicinarono.

— Cosa hai detto?

— Che profezie fai?

Il podestà che aveva sentito meglio ripetè le parole. Almerighi scrollò le spalle.

— Sempre lo stesso pessimismo reazionario. Io ti dico invece che andiamo incontro alla libertà, alla fortuna. La vecchia Repubblica, che voi vi accontentate di veder vivacchiare nel fango, è vicina ad una gloriosa trasformazione.

Il genio italico, l’eroe degli eroi che regge i destini d’Europa, ci presterà il suo appoggio e noi entreremo a far parte di una grande nazione latina, libera e gloriosa.

— Taci, Ettore, taci! tu non sai quello che dici — gridò il capitano Gori dal carro che aveva raggiunto i cavalieri.

— Non sono imbecillito, sai!

— Pace, signori pace: oggi è giorno d’allegria — disse il dottor Marco Apolonio strizzando l’occhio all’amico Ettore.

— Pace — ripetè donna Anna Maria rizzata in piedi sul carro.

— Nessuno vede nel futuro: nessuno è profeta — ammaestrava il podestà.