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86 la dama della regina

pace d’ispirarne a lei.. Forse ella stessa sempre assorta nelle sue tristi memorie non sapeva rendersi simpatica.

Ora il suo cuore si risvegliava e chiedeva imperiosamente un affetto, almeno un’amica.

Ella diceva queste cose con molta grazia e dolce malinconia. Ma Elena che l’aveva veduta pochi momenti prima posare lo sguardo ardente su Ettore Almerighi, mentr’egli ribatteva le previsioni dolorose di Aurelio, Elena sorrideva e pensava tra sè: «Uno sposo tu sogni, non soltanto una amica». Delicata e prudente non rivelava il proprio pensiero: osservava e rifletteva in silenzio. A lei bastava che la bella straniera non s’innamorasse d’Aurelio. Già sentiva in cuore la gelosia, comprendendo che il caro cugino aveva una grande ammirazione per la dama e sapendo quanto facilmente l’ammirazione si trasforma in amore. Se però Bianca non l’amava, se gli preferiva un altro, la intelligente fanciulla non la temeva più, perchè il suo Aurelio non era così poco avveduto da non accorgersi di quella preferenza, nè folle al punto da perdere la pace per una donna che non si curava di lui. Un bel ragionamento, tuttavia non sufficiente a strappare dal giovine cuore l’assillo della gelosia: così ella provava il continuo bisogno di stare vicina alla temuta rivale e di sorvegliarla in ogni sua mossa.