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la dama della regina 87

— Sapete che sono stata maritata? — domandò la dama all’amica, entrando in una viottola che si staccava dal viale grande dove camminava la comitiva.

— Sì; mi hanno detto che siete vedova.

— Dopo un solo anno di matrimonio.

— Probabilmente non avrete sofferto molto nel perdere un marito che poteva essere vostro nonno...

— Oh! bambina, come v’ingannate!... Io lo amavo.

— Non è dunque vero che aveva quarant’anni più di voi?

La dama sorrise suo malgrado.

— Capisco, vi sembra una enormità. Se l’aveste conosciuto non parlereste così. Non era un vecchio come ve lo figurate; non aveva che cinquantasette anni. Il torto, se mai, era mio di essere troppo giovine: una bamboccetta. Egli era giovine di aspetto e di cuore, di mente, di tutto... Non era neppure infeudato alle idee vecchie. Non era un cortigiano ignorante. Aveva studiato e molti di quelli che prepararono la rivoluzione erano stati amici suoi. Vedeva bene i danni dei governi assoluti; capiva che molto doveva esser cambiato nel regime monarchico e avrebbe voluto che Luigi XVI si mettesse alla testa di un movimento di progresso, e a volte