Pagina:Spinoza - L'Etica - Paravia, 1928.pdf/136

Da Wikisource.

— 120 —

il desiderio di vivere onestamente: come il dolore è buono in quanto indica che la parte offesa non è ancora in cancrena: onde sebbene chi si vergogna sia in realtà triste è tuttavia più perfetto dell’impudente che non ha nessun desiderio di vita onesta. (Et., IV, 58, scol.).


VI. — La vita secondo ragione.


1) Nelle prop. 59-73 Spinoza tratta della condotta umana in quanto è già determinata dal conoscere vero, cioè dalla ragione: che in quanto domina le passioni è pur essa una disposizione affettiva, ma non una passione nel verone proprio senso.

Prop. 59. A tutte le azioni a cui siamo determinati dal sentimento come passione, possiamo esser determinati, senza di esso, dalla ragione.

Con la prop. 59 Spinoza premette che il dominio della ragione non è qualche cosa che deprima, diminuisca l’attività e la potenza degli uomini: tutto quello che vi è di positivo nella loro attività, quando è diretta dalla passione, può essere anche prodotto, e in modo assai più perfetto, dalla ragione. Per es., il saggio fa con serenità, per un senso di estensione dell’essere proprio e così di potenza e di gioia, quello che il pietoso fa, dolorando, per un atto appassionato: che anzi il saggio lo farà meglio e più sicuramente. Il passaggio alla vita della ragione non è quindi una limitazione od una diminuzione, ma anzi un accrescimento di attività e di potenza.

Bisogna notare che per lo stesso desiderio l’uomo può tanto agire quanto patire. Per es., quando mostrammo la natura umana essere tale, che ciascuno desideri gli altri vivano secondo il piacer suo, abbiamo veduto che questo desiderio nell’uomo non guidato da ragione è una passione che è detta ambizione e non è molto lontana dalla superbia; laddove nell’uomo, che vive secondo ragione, è un’azione, una virtù che è detta carità