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Prop. 67. Il saggio a nessuna cosa pensa meno che alla morte: la sua sapienza è una meditazione della vita, non della morte.

Al perfetto, che vive secondo ragione, tutto appare ragionevole e non vi è più male; quindi non vi è più nemmeno bene nel senso umano: esso è veramente «al di là del bene e del male».

Prop 68. Se gli uomini nascessero liberi, non si formerebbero alcun concetto del bene e del male, finchè rimanessero liberi.

Spinoza trova adombrata la sua teoria nel mito biblico. Dio, in quanto mira unicamente a conservare l’uomo nel pieno possesso della sua libertà e della sua ragione gli vieta di mangiare del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, cioè gli vieta di conoscere il bene e il male (ciò che può essere solo una conseguenza della decadenza spirituale). La caduta è una caduta nel senso: nella teologia talmudica il serpente (il demonio) è un essere sensuale, dalla cui unione con Eva nasce Caino. Adamo cede all’esempio della sensualità. Il redentore è l’idea innata di Dio che è in ciascuno di noi.

Questo e il restante che abbiamo dimostrato sembra essere stato adombrato da Mosè nella storia del primo uomo. In essa non si parla di altra potenza di Dio, se non di quella per cui creò l’uomo, cioè della potenza per cui provvedette unicamente all’utilità dell’uomo: e in tal senso si narra che Dio vietò all’uomo libero di mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male, perchè, appena ne avesse mangiato, avrebbe cominciato a temere la morte anzichè desiderare di vivere. Inoltre che l’uomo, avendo trovato una compagna che s’accordava con la sua natura, riconobbe non esservi nella natura nulla che potesse essergli più utile; ma che, dopo che credette gli animali simili a sè, tosto cominciò ad imitarne le passioni e perdette così la sua libertà: che poi ricuperarono i patriarchi, guidati dallo spirito dì Cristo, cioè dall’idea di Dio, che sola fa l’uomo