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libero e fa sì che egli desideri anche per gli altri uomini il bene che desidera per sè. (Et., IV, 68, scol).

La prima cosa che ci viene dinanzi è la storia del primo uomo, dove si narra che Dio impose ad Adamo di non mangiare del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male: il che sembra significare che Dio impose ad Adamo di fare e cercare il bene come bene e non in quanto è contrario al male, cioè di cercare il bene per amore del bene e non per timore del male; perchè chi fa il bene per vera conoscenza ed amore del bene, agisce con animo libero e sicuro, mentre chi lo fa per timore del male, agisce costretto dal male con animo servile e vive sotto l’imperio di altri. (Tratttato teol. pol., cap. IV).

3) Nelle prop. 69-73 Spinoza aggiunge alcuni caratteri relativi alla vita sociale del saggio. Il saggio deve ricordarsi che vive tra esseri stolti e brutali: quindi unirà il coraggio alla prudenza (prop. 69). Eviterà di legarsi troppo strettamente ai volgari e di riceverne i benefizi per non doverne poi seguire le inclinazioni (prop. 70). Tanto più liberamente ed affettuosamente si legherà coi pari suoi (prop. 71): ma sarà socievole e rispettoso delle leggi (prop. 73); ed userà con tutti la massima lealtà e veracità (prop. 72).

Prop. 70. L’uomo libero, che vive fra ignoranti, cerca, finchè può, di non riceverne benefizi.

Prop. 71. I soli uomini liberi sono fra di loro gratissimi.

Prop. 72. L ’uomo libero non agisce mai con frode, ma sempre con leatà.

Prop. 73 L ’uomo, guidato dalla ragione, è più libero nello stato, dove vive sotto leggi comuni, che nel deserto dove obbedisce solo a sè.

Sul punto della menzogna Spinoza si mostra altrettanto rigorista quanto Kant: e si serve per condannarla della stessa argomentazione.

Si chiede se l’uomo possa liberarsi con la perfidia da un presente pericolo di morte e se la ragione stessa di conservare l’essere suo non deve persuadervelo. Si risponderà che se la