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Questo amore è anch’esso eterno: è una parte dell’amore che Dio ha per se stesso. Quindi niente più può togliere questo amore.


Prop. 33. L ’amore intellettuale di Dio, che sorge dalla conoscenza di terzo genere, è eterno.

Prop. 35. Dio ama se stesso d’un amore intellettuale infinito.

Prop. 36. L ’amore intellettuale della mente verso Dìo è lo stesso amore di Dio, con il quale Dio ama se stesso, non in quanto è infinito, ma in quanto può esplicarsi per l’essenza della mente umana considerata nel suo aspetto eterno; cioè l’amore intellettuale della mente verso Dio è parte dell’infinito amore con cui Dio ama se stesso.

Prop. 37. Non vi è nulla nella natura che possa contrariare o togliere questo amore intellettuale.


4) Le proposizioni 38-42 sono la conclusione generale dell’opera: in esse Spinoza dichiara che anche già nella vita terrena questa contemplazione e questo amore intellettuale costituiscono la beatitudine nostra. Quanto più la conoscenza intellettuale penetra il nostro spirito, tanto maggiore diventa la parte eterna dell’essere nostro, tanto meno noi siamo esposti alle passioni ed al timor della morte (prop. 38): nei grandi spiriti che hanno_svolto in sè un’alta e ricca vita dell’intelligenza la parte sensibile e peritura non è più che qualche cosa d’insignificante (prop. 39). L’intelletto, che è la parte nostra veramente attiva e più perfetta, è eterno: ciò che perisce è il senso (imaginatio), la parte passiva del l’essere nostro. Considerata nell’intima sua essenza, la mente nostra è un modo eterno del pensiero, un momento dell’eterna mente divina (prop. 40). Quindi anche già su questa terra la vita del saggio, che è vita nell’intelligenza, è il bene più alto desiderabile per se medesimo.

Prop. 41. Anche se ignorassimo la nostra mente essere eterna, dovremmo tuttavia mettere innanzi a tutto la carità e la religione e in modo assoluto tutto ciò che nel libro quarto
10 — B. Spinoza, L’Etica.