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o, come per lo più, condannano: e colui che più eloquente­mente o sottilmente ha saputo mordere l’impotenza della mente umana, è considerato come un uomo divino. Non mancarono tuttavia uomini eccellenti (alla cui fatica e diligenza noi con­fessiamo di dovere molto) che scrissero molte belle cose sulla retta condotta della vita e diedero ai mortali consigli pieni di saggezza; ma nessuno, per quello che io mi sappia, ha deter­minato la natura e la forza delle passioni e che cosa possa la mente contro di esse. So bene che l’illustre Cartesio, sebbene anch’egli abbia creduto che la mente abbia un potere assoluto sulle sue azioni, cercò di spiegare le passioni umane per le loro prime cause e nello stesso tempo di mostrare la via per cui la mente può ottenere un dominio assoluto sulle passioni; ma non fece, a mio avviso, se non mostrare l’acutezza del suo grande ingegno, come farò vedere a suo luogo. Ora voglio tornare a quelli che vogliono condannare e deridere le passioni e le azioni umane anziché comprenderle. A costoro sembrerà senza dubbio strano che io imprenda a trattare dei vizi e delle miserie umane col metodo matematico e voglia dimostrare con un ra­gionamento preciso ciò che essi proclamano essere contrario alla ragione, vano, assurdo e degno d’orrore. Ma il mio ragio­namento è questo. Non vi è nella natura nulla che possa essere riferito a suo difetto, perchè la natura è sempre la stessa e dappertutto la sua virtù e potenza d’agire è la stessa: cioè le leggi e le regole di natura, secondo le quali tutto avviene e passa da una forma nell’altra, sono sempre e dappertutto le stesse: quindi uno e identico deve sempre essere il metodo per comprendere la natura di qualsivoglia cosa, e cioè il compren­derla per mezzo delle leggi e delle regole universali della na­tura. Le passioni quindi dell’odio, dell’ira, dell’invidia, ecc., in sè considerate procedono dalla stessa virtù e necessità della natura come tutte le altre cose singole: e perciò riconoscono certe cause per mezzo delle quali vengono comprese ed hanno determinate proprietà egualmente degne della nostra attenzione come le proprietà di qualunque altra cosa, la cui sola contempla­zione è per noi fonte di gioia. Tratterò quindi delle passioni, della loro natura e forza e della potenza della mente su di esse con lo stesso metodo con cui nei libri precedenti ho trattato di Dio e della mente umana e considererò le azioni e gli appetiti