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CCXCV

Ad un lodatore di Collaltino di Collalto.

     Signor, che per sí rara cortesia
con rime degne di futura etate
sí dolcemente cantate e lodate
l’alto mio colle, l’alta fiamma mia,
     io priego Amor che, se spietata e ria
vi fu giamai la donna che ora amate,
ferendo lei di quadrella indorate,
la renda a’ desir vostri molle e pia.
     E prego voi che ’l vostro chiaro stile,
lasciato me suggetto senza frutto,
si volga al signor mio chiaro e gentile:
     io per me son quasi un terreno asciutto,
sono una pianta abbandonata e vile,
colta da lui, e suo è ’l pregio in tutto.