Pagina:Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu/276

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270 veronica franco

     100sí che mai non v’offenda o ghiaccio o verno,
ned altro influsso rio, ma sempre in voi
sia la stagion de’ fior lieta in eterno:
     103pur che tosto colei ritorni a noi.
al nido, ov’ella nacque, che senz’essa
mena tristi ed oscuri i giorni suoi.
     106Dch torna, luce mia, elei raggio impressa
de la divinitá, qui dove mai
pianger la tua partita non si cessa.
     109Tempo è di ritornar, madonna, omai
a consolar de la vostr’alma vista
di questa patria i desiosi rai,
     112a dar a la mia mente inferma e trista
col dolce oggetto del bel vostro lume
rimedio contra ’l duol, che si l’attrista:
     115e, se troppo ’l mio cor di voi presume,
datemi in pena che del vago volto
da vicin lo splendor m’arda e consume:
     118né de’begli occhi altrove sia rivolto
il doppio sol, fin che ’n polve minuta
non mi vediate dal mio incendio vólto;
     121e, per farlo, affrettate la venuta.