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272 veronica franco

     28ma voi le meraviglie raccoglieste
d’altro paese; e de la mia persona,
quel ch’Amor cieco vi dettò, diceste.
     31Una invero è, qual dite voi, Verona,
per le qualitá proprie di se stessa,
e non per quel che da voi si ragiona;
     34ma tanto piú Vinegia è bella d’essa,
quanto è piú bel del mondo il paradiso,
la cui beltá fu a Vinegia concessa.
     37In modo dal mondan tutto diviso
fabricata è Vinegia sopra Tacque,
per sopranaturai celeste aviso:
     40in questa il Re del cielo si compiacque
di fondar il sicuro, eterno nido
de la sua fé, ch’altrove oppressa giacque;
     43e pose a suo diletto in questo lido
tutto quel bel, tutta quella dolcezza,
che sia di maggior vanto e maggior grido.
     46Gioia non darsi altrove al mondo avezza
in tal copia in Vinegia il ciel ripose,
che chi non la conosce, non l’apprezza.
     49Questo al vostro giudicio non s’ascose,
che de le cose piú eccellenti ha gusto;
ma. poi la benda agli occhi Amor vi pose,
     52dal costui foco il vostro cor combusto,
vi mandò agli occhi de la mente il fumo,
che vi fece veder falso e non giusto.
     55Ned io di me tai menzogne presumo.
quai voi spiegaste, ben con tai maniere,
che dal modo del dir diletto assumo;
     58ma non perciò conosco per non vere
le trascendenti lodi, che mi date,
sí che mi son con noia di piacere.
     61Ma, se pur tal di me concetto fate,
perch’al nido, ov’io nacqui, non si pensa
da voi, e ’n ciò perch’ognor noi lodate?