Pagina:Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu/312

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306 veronica franco

     208ma tutti non han piè veloci e pronti,
sí come voi, in cosí ardua strada,
e voi M sapete, senza ch’io’l racconti.
     211Ma però nulla in suo valor digrada
la vostra dignitá, se in ciò s’abbassa,
per sostener chi v’ama, che non cada.
     214Io, sol nel primo entrar giá vinta e lassa,
il vostro aiuto di lontan sospiro
con occhi lagrimosi e fronte bassa:
     217volgete il guardo a me con dolce giro,
ed a la mia devozione atteso,
degnatemi d’alcun vostro sospiro.
     220Ciò ne la vostra assenza a me conteso
prego non sia, e del vostro ozio ancora
alcuno spazio a scrivermi sia speso:
     223alcuna rara e minima dimora
in quest’uso per me da voi si spenda,
poi ch’a servirvi io son pronta ad ogni ora.
     226Dal mio canto non fia mai che sospenda
il suo corso la penna, e che con l’alma
a compiacervi tutta non intenda.
     229E, se non vi sará gravosa salma
il legger le mie lettere, vedrete
che di scrivervi spesso avrò la palma:
     232questa con vostra man voi mi darete,
e de l’amor in amicizia vólto,
dagli andamenti miei, v’accorgerete.
     235Non tengo ad altro il mio pensier rivolto,
se non a farvi di mia fede certo,
e mostrarvi ’l mio cor simile al volto,
     238senza richieder da voi altro in merto,
se non che ’n grado il mio affetto accettiate,
a voi da me pien d’osservanzia offerto:
     241e che innanzi al partir mi concediate
ch’io vi parli e v’inchini; e, quando poi
siate altrove, di me vi ricordiate,