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veramente più, stavolta; entrava finalmente nel gran silenzio dell’eternità.

— Mi perdonate, ragazzo mio? — disse Van Helsing stringendo la mano d’Arturo.

— Vi devo la salvezza d’un essere adorato — disse il nostro amico asciugandosi le lagrime. — Siate benedetto!

Arturo e Quincy ci precedettero sulla strada mentre io aiutavo il Maestro a segare il piuolo perchè la punta ne rimanesse conficcata nel cuore. Poi staccammo la testa dal tronco e Van Helsing riempì la bocca di fiori d’aglio.

Quindi, rinchiudemmo la tomba e andammo a raggiungere gli amici. Il sole brillava, gli uccelli cantavano. Nell’uscire da quell’incubo, avevamo l’impressione di risuscitare.

— Amici miei — disse Van Helsing — non siamo alla fine del nostro compito. Dobbiamo scoprire l’autore di tutti i nostri mali e castigarlo senza pietà. Ho qualche indizio, ma il lavoro sarà lungo e difficile, pericoloso anche. M’aiuterete fino all’ultimo?

Gliel’abbiamo giurato.