Pagina:Stoker - Dracula, Sonzogno, Milano, 1922.djvu/17

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dracula 17

guarda me, poichè i miei famigliari sono a letto.

Seguii il Conte lungo un corridoio, poi una scala di pietra, poi un secondo corridoio lastricato in capo al quale egli spinse una porta. Vidi con piacere una stanza ben rischiarata, una tavola servita per la cena e un gran fuoco di legna nel camino.

Il Conte richiuse la porta, attraversò la stanza e aperse una porticina che dava in una seconda stanza stretta e senza finestre dalla quale si accedeva ad una stanza grande e ben rischiarata:

un enorme fuoco di legna bruciava nel camino.

— Voi desiderate, io credo, fare un briciolo di toeletta. Vi lascio dunque — disse il mio ospite; quando sarete pronto, venite nella stanza attigua, troverete da cena.

Quell’accoglienza benevola dissipò i miei timori.

Mi accorsi d’avere una fame da lupo e sbrigai la mia toeletta. Il Conte mi aspettava nel locale attiguo.

— Mettetevi a tavola — disse — e scusate se non vi tengo compagnia. Ho già pranzato e non ceno mai.

Gli diedi la lettera che mister Hawkins m’aveva incaricato di consegnargli. La lesse gravemente e me la porse con un amabile sorriso.

Diedi con piacere un’occhiata agli elogi che il mio principale faceva di me:

«Mi duole che un attacco di gotta m’impedisca per qualche tempo di viaggiare. Ma sono lieto di potervi affermare che mister Harker mi sostituirà benissimo. Ho la massima fiducia in lui.

È energico e intelligente, discreto e silenzioso e vi darà tutte le informazioni e tutti i consigli