Pagina:Stoker - Dracula, Sonzogno, Milano, 1922.djvu/26

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CAPITOLO III.


Giornale di Jonathan Harker.

(Continuazione.)


Questa constatazione mi fa impazzire. Ho salito delle scale, sono sceso da altre, scuotendo tutte le porte, esaminando tutte le finestre. Il sentimento della mia impotenza m’opprime. Sono come un topo in una trappola. Passata la prima disperazione mi sedetti per riflettere.

Che fare? Non trovo soluzioni. Una sola cosa è certa: non devo fidarmi del Conte.

Egli sa certissimo che io sono suo prigioniero e ha senza dubbio segreti motivi per fare così. Terrò i miei timori per me ed aprirò gli occhi.

O io mi sgomento ed impazzisco a torto o sono perduto! Ero giunto a questa conclusione quando la porta grande si aprì; il Conte rientrava.

Non venne subito nella biblioteca. Andai in punta di piedi nella mia stanza e lo sorpresi in procinto di rifare il mio letto. Questo precisò la mia convinzione che non ci son domestici nel castello. E quando lo vidi dal buco della serratura mettere il coperto nella sala da pranzo, non ebbi più il minimo dubbio: tranne lui e me non c’è nessuno nel castello!...