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mato da un nobile di questo paese, ho consultato al British Museum alcuni libri e carte sulla Transilvania.

Il distretto che il conte Dràcula abita confina con tre Stati: la Transilvania, la Moldavia e la Bucovia, in mezzo ai Carpazi, in uno degli angoli più selvaggi e meno conosciuti dell’Europa.

Non ho potuto esattamente riscontrare il castello Dracula ma so che Bistritz, la piccola località vicina, è abbastanza importante.

Secondo le mie note, la popolazione della Transilvania conta quattro nazionalità: i Sassoni nel Nord, alleati dei Valacchi; i Magiari nell’Ovest; e i Szekelys nell’Est e nel Nord. E io sono in procinto di frequentare questi ultimi; hanno la pretesa di discendere da Attila e dagli Unni. Hanno qui certe curiose superstizioni di cui chiederò al conte la spiegazione.

Dormito male. Il mio letto è eccellente, eppure faccio sogni strani. Tutta la notte abbaiò un cane sotto le mie finestre; senza dubbio è lui il responsabile della mia insonnia, a meno che non sia la pàprica: ho vuotato la boccia d’acqua tant’ero assetato. Soltanto verso il mattino mi sono addormentato d’un sonno pesante.

A colazione, m’hanno ancora offerto la pàprica e una specie di poltiglia di mais che chiamano «mamaliga» (anche di questa ho domandato la ricetta per Mina).

Ho dovuto sbrigare questa leggiera colazione perchè il treno partiva alle otto. In realtà, ho aspettato un’ora buona nel carrozzone prima che degnasse di mettersi in moto. Man mano ci avan-