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Pagina:Stoppani - Il bel paese - 1876.pdf/305

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antichi vulcani di fango in italia 299


«Davvero?... Quei di Sassuolo non sarebbero del tuo gusto».

«Facevo per dire....».

«Anch’io fo per dire.... Come spettacolo di natura, chi non desidererebbe di assistervi? Se io sapessi che domani c’è un’eruzione, piglierei oggi la via di Modena: s’intende. Mi dorrebbe certamente che alcuno ne avesse a patir danno; ma non considerando che il fenomeno in se stesso, le grandi manifestazioni delle forze occulte della natura appagano il nostro desiderio di sapere e ci danno un’idea più chiara, o almeno più sentita, della potenza di quel Dio, di cui la natura non è che un’umile ancella, e per la cui sapienza, come leggesi nella Scrittura, eruppero gli abissi1».

5. «E di tutto quel fango eruttato dalla salsa che avviene?». domandò la Camilla.

«Che vuoi che ne avvenga? dopo aver sepolto, se il caso porta, una florida campagna, diventa campagna esso medesimo. Campagna sterile per altro; giacchè devi sapere che quel fango bituminoso e salato, ha tutte le male qualità che rendono sterile un terreno. Un suolo di tal natura si distingue ad occhio le miglia lontano, perchè gli è un deserto, ove non cresce che una vegetazione tisica e stenta. Anzi sai? i geologi, dalla natura di quel fango, possono arguire l’esistenza di una salsa, anche là dove uomo non ne vide mai. È così che si venne a conoscere che una gran parte d’Italia, nelle regioni dell’Apennino, fu creata dalle salse.... non fate gli occhiacci.... la cosa è come ve la dico. Al modo stesso che i colli di Roma, e tutta la campagna romana, e le montagne del Lazio, e i distretti di Orvieto e di Bracciano e tutto il paese all’ingiro del golfo di Napoli, e una gran parte della Sicilia, furono creati da veri vulcani; così molti dei colli, molte delle valli dell’Apennino sono una creazione dei vulcani di fango».

«Chi può dirlo?» fece Giovannino.

«Lo dice appunto quella sterminata quantità di fanghi, che nell’Italia centrale e meridionale hanno tutti i caratteri dei fanghi eruttati dalle salse d’adesso. Sai quale fu la massima difficoltà che incontrarono i nostri ingegneri nel condurre le grandi linee ferroviarie attraverso l’Apennino, quella, per esempio, da Bologna a Pistoja, e l’altra da Foggia a Napoli erano questi fanghi, così malfermi, così soggetti a smottare, che li riducevano veramente alla disperazione. Imaginatevi monti interi di fanghi neri,

  1. Sapientia illius eruperunt abyssi. Prov. III, 20.