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198 CAPO IX.

di edificare con pietre minori indi derivasse l’antica fabbrica romana comunemente chiamata incerta1.

Il corpo de’ primi Sabini fortificato dagli Aborigeni andava intanto aumentandosi di numero e di vigore, per la loro mescolanza e unione con altre popolazioni delle montagne: finchè venuti avanti più lungo tratto per il monte Lucretile e la valle dell’Aniene pervennero sino al Tevere, e vi posarono intorno suoi confini. Mal vorrebbonsi determinare i limiti certi della Sabina in tempi di tanto anteriori alle osservazioni dei geografi2. Ma tutta unita nel cuor degli Appennini per lo spazio di cento miglia in circa, i suoi termini meno disputabili furono da ponente e settentrione l’Umbria mediante il corso della Nera; da settentrione a levante la giogaia de’ monti allato al Piceno; a levante il paese dei Vestini; a mezzodì il Lazio lungo l’Aniene, fino al suo confluente col Tevere, ed a ponente, seguitando il corso del Tevere, il contado dei Vejentani e de’ Falisci confine fermo dell’Etruria. Nulladimeno, al tempo de’ principj di Roma, il dominio dei Sabini si trova esteso anche alla sinistra dell’Aniene in qualche luogo del vecchio Lazio, come ad Antemna3, ed a Regillo e Collazia col suo ter-

  1. Antiquum, quod Incertum dicitur. Vitruv. ii. 8.
  2. Strabone e Plinio descrivono i confini della Sabina quale l’aveano sott’occhio; ma accortamente Virgilio, alludendo ai tempi della sua epopea, distende la regione in più ampio spazio. vii. 706-717.
  3. Antemna veterior est quam Roma. Cato In Orig. i. apud