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CAPO IX. | 199 |
ritorio1; sia che quivi avessero mandato innanzi colonie; sia che vi ponessero altramente il piede con la forza dell’arme.
Bene per tanto Strabone chiamava i Sabini gente antichissima, e originaria del paese2. E qui nel centro del bel clima d’Italia tra monti e valli, dove natura gareggia con l’alpestre Elvezia, viveva l’intera nazione sabina copiosa di numero, e sparsa per villaggi folti d’abitatori3. Cure, o sia il popolo degli astati, cioè de’ bravi, degli esperti nel trattare l’arme in asta4; piccola e povera terra secondo il poeta5; era non ostante ciò il luogo dove s’adunavano i consigli nazionali6: nè maggiori al certo compariscono gli altri comuni della Sabina, o cittadelle piuttosto7, che sino al tempo di Strabone, eccetto Amiterno e Rieti, potean dirsi anzi villaggi, che città o castella. Ma giustamente osserva il geografo, che la loro at-
- ↑ Liv. i. 37. ii. 16.
- ↑ Ἔστι δὲ καὶ παλαιότατον γένος, οἱ Σαβίνοι καὶ αὐτόχθονες. Strab. v. p. 158.
- ↑ Non villarum modo, sed edam vicorum, quibus frequenter habitabatur. Liv. ii. 62.; Strabo v. p. 158.
- ↑ Curis est Sabine hasta. Fest. et. al.
- ↑ Curibus parvis et paupere terra. Virg. vi. 812. Cure stava posta alla sinistra del fiume Correse, nel luogo oggi detto Monte Maggiore.
- ↑ Dionys. ii. 36.; Strabo v. p. 158.
- ↑ Πολιχνία. Strab.
Priscian. vi. Detta da Virgilio turrigerae: dove chiosa Servio: bene muratae. vii. 631.