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CAPO XIII. 257

Tutte condizioni di vita poco civile, quali comportava la dura età, e sì consuete a popoli di stato mobile, che pure oggidì non poche tribù indigene dell’America settentrionale commosse per interni danni, van mutando sedi alla volta, pigliando nomi differentissimi l’uno dall’altro benchè abbiano comune la stirpe1. Non v’ha dubbio per altro che coloro, i quali furono appellati Sanniti, e generalmente i popoli detti per uguale origine Sabelli, non si congiungessero di per tutto con altre genti della medesima loro razza osca, e non s’immedesimassero, per così dire, con quelle, dandosi uno stato politico e fermo. Di che fa piena certezza sì l’universale favella osca, e sì la facilità che per essa ebbero i Sabini di collegarsi e ristrignersi coll’altre genti paesane della meridionale Italia. E benchè da queste unioni ne uscissero al mondo popoli nuovi, è tuttavia notabil cosa, che anco in istato più civile invariabilmente serbassero i costumi e gli abiti de’ padri loro. Anzi ne tolsero sì fattamente le fogge, che in tutti ugualmente i Sabelli ritroviamo vita pastorale e rusticana: natural disposizione e attitudine all’armi: una stessa moderazione, frugalità e temperanza domestica: culto conforme: indole a un modo superstiziosa e pari credulità; ma più che altro amore caldissimo e insuperabile della natìa indipendenza. E tanto in loro era vivo l’affetto a’ luoghi dove nacquero, e

  1. Transactions of the histor. and literary Comittee of the American philosophical society: Memoria di Heckewelder, T. i. Philadelphia, 1819.