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CAPO XIV. 285

le stesse che han resistito gagliardamante agli assalti di Silla nella guerra marsica: nè meno valide erano per certo Nola1, Nuceria2, Casilino e Acerra, che avean sopra tutte l’altre fama di fortissime. Non però è dubbioso che gli Etruschi tenessero in loro signoria il delizioso paese sulla spiaggia tirrena, fra il Capo di Minerva e il fiume Silaro, dove avean Marcina3: nella qual regione così dominata per avanti da tanti padroni, e fattasi esausta, posero finalmente i Romani per nuovi abitatori la gente che trassero dal Piceno, e vi prese, a distintivo de’ suoi padri Piceni, il nome speciale di Picentini4.

Questa felice Campania mutò così frequentemente di popolo e di stato5. Sicuramente i Greci e gli Etruschi vi cangiarono molto per tempo la ruvidezza degli Osci in que’ trattabili costumi, di cui tanto abusarono i popoli campani. E qui pure, sotto il cielo

    con scale che possono dar passo di fronte a due soldati: le torri quadrate hanno di distanza in distanza portelle di soccorso. Il cerchio totale della città può avere due miglia, o in quel torno. Vedi Mazois, Ruines de Pompej.

  1. Liv. xxiii. 44.; Sil. xii. 162. Campo Nola sedet, crebris circumdata in orbem turribus.
  2. Urbem inexpugnabilibus muris cinctam. Valer. Max. ix. 6. 2. ext.
  3. Strabo v. p. 173.; Plin. iii. 5. Ager Picentinus fuit Thuscorum.; Serv. xi. 316. ex Cato.
  4. Strabo v. p. 173.
  5. Hoc quoque certamen humanae voluptatis tenuere Osci, Graeci, Umbri, Tusci, Campani. Plin. iii. 5.