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170 CAPO XXIII.


Il grande scopo d’ogni civile o religiosa corporazione è il potere: ed un potere stabilmente fondato in sulla umana credulità trae seco ogni altra sorte di dominio. Insegnatori del popolo i membri dell’ordine primario ebbero costantemente in mira due importantissimi oggetti: l’uno d’ampliare e conservare in pro loro le cognizioni scientifiche dell’età: l’altro di usar destramente la scienza per reggere, giusta un prescritto fine, l’universal società. Depositarj insieme della legge, della religione e del sapere, adoperavano essi cautamente l’antico linguaggio allegorico, proprietà d’ogni popolare insegnamento: avevano per se una dottrina segreta: e quali interpetri nati del voler divino potean soli svolgere e dichiarare i testi sacri, in cui stavansi riposte tutte le promesse celesti rivelate dagli stessi dei. I preti si tenea che comprendessero ciò, ch’era inintelligibile al popolo: le loro parole sacre erano incomprensibili a un intelletto volgare: e in quella guisa che il sacerdozio discendeva di padre in figlio, e stava affisso ad un casato, così pure le teorie scientifiche, e l’esercizio di talune arti, passavano per dritto ereditario d’una in altra generazione, senza che mai la profana gente fosse abile a penetrarne il celato artifizio. Così fermamente in Etruria certe salutevoli arti per l’umana specie, e certi arcani, s’appartenevano ad alcune distinte prosapie1: così la medicina tra i Marsi era uno special ministe-

  1. Vedi sopra p. 76. n. 45.