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alqunnlo concava, nel cui rovescio a grandi caratteri si legge l’epigrafe flMIOYHl: come nella lav. xxxv. ■9. — Museo regio di Parigi.

TAV. XLIX.

Ercole ^^DQ^B barbalo in piede colla destra appoggiata alla clava: a lato di esso Minerva A^QVi^’H^ vestila di un’ampia lunica, su cui è soprapposta 1’ egida col capo di Medusa: ivi appresso una dea nuda in tutto il corpo eccetto le gambe, col braccio destro ripiegalo sul petto, e un ramo di mirto in mano, la quale si riconosce per Venere: al fianco di essa un’ altra dea, o sia Giunone, con diadema e peplo intesta: Apollo Y’1’1/^ è sedente sopra una sedia pieghevole^ involte le parti inferiori nel suo pallio nobilmente ornalo: e con predella sotto i piedi: strigne colla sinistra un lungo scettro, che termina in ramo d’ alloro. Nella fascia all’ intorno è rappresentata una zuffa di fiere, tra le quali anco il grifone: le più feroci urtano e offendono le piìi mansuete: figurazione molto significativa delP inevitabile contrasto dei due principi; quindi replicalo tal quale spesse volle alla sponda di altre patere. Abbasso, per adornamento del manico, e per allusione a Bacco, s’ adagia un Sileno. — Patera di fino graffilo già trovata nel 1820 nel viterbese. — Attualmente presso il Sig. B. Beugnot. Benché le patere etrusche in generale, monumenti non troppo antichi, sien opera di artefici etruschi,