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rivolti i passi alla patria. Costoro dunque essendo per entrare nelle Gallie si divisero in due corpi1, l’uno de’ quali entrò per la città di Nicea, l’altro per Ebreduno, ritornando per quella stessa via, che l’anno precedente aveano tenuto. E siccome era allora il tempo della raccolta, mietevano e battevano il frumento, mangiando essi e dandone a mangiare ai loro animali. E rubavano i bestiami, e abbruciavano i luoghi per dove passavano. Arrivati al fiume Rodano, per trasferirsi, passato quello, al re Sigisberto2, si fece loro incontro Mummulo con un esercito poderoso. Ed essi allora grandemente impauriti all’aspetto di quello, gli presentarono per loro salvezza una grande quantità di monete d’oro3, per lo che furon lasciati passare il Rodano. I quali poi, mentre s’incamminavano a Sigisberto, in-

    della loro nazione, ciò prova che i popoli della Germania aveano un gran senso di nazionale libertà. (Ved. la not. 1. al cap. V. del lib. 1.).

  1. Il testo: duos ex se cuneos faciunt.
  2. L’originale, ut transmeato eo regno se Sigisberto conferrent. Se non si deve leggere regno se Sigisberti conferrent, convien tradurre: per trasferirsi, oltrepassato quel regno, al re Sigisberto: e in fatti dal contesto della narrazione apparisce che il regno per cui eran passati apparteneva a Guntranno.
  3. L’originale auri numismatibus.