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134 dei fatti de’ langobardi

di marmo, e rizzatolo, se ne trovò sotto un altro col medesimo segno, che pure egli comandò di levare. Ed essendosi questo levato ne trovarono un terzo: onde per suo comando rimosso ancor questo, trovarono un gran tesoro, che conteneva più di mille centinaja d’oro. Perciò trasportatolo da quel luogo, continuò a far elemosina ai poveri con ancor maggiore liberalità di quello che prima era solito fare. È da sapersi che Narsete patrizio d’Italia, possedendo un gran palazzo in una certa città dell’Italia stessa, sen venne alla sopra mentovata città1 con molti tesori: ed ivi nell’interno della sua casa fece scavare segretamente una grande cisterna, nella quale nascose molte migliaja di centinaja d’oro e d’argento. Indi ammazzati tutti coloro che erano consapevoli, ad un solo vecchio2, dopo d’aversi fatto dar giuramento, confidò questa cosa. Morto poscia Narsete, il sopra detto vecchio3 venne a Tiberio Cesare, e disse: Se potessi sperarne qualche bene, o Cesare, io ti direi

  1. Per quel che segue dee intendersi a Costantinopoli.
  2. Il nostro testo sene, altri puerulo.
  3. Supradictus senex: Altri supradictus puer jam senex effectus.