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tutta ispida di peli, io ho veduto una veste a guisa di tonaca che arrivava al ginocchio, la qual veste, come si dice, usano gli Scritobini. In questi luoghi circa il solstizio d’estate, per alquanti dì si vede una luce chiarissima anche di notte, e i giorni sono assai più lunghi che altrove: come per lo contrario nel solstizio invernale, benchè sia la luce del giorno, tuttavia non vi si vede il sole, e i dì sono brevissimi, e lunghe le notti più che in qualunque altra parte. Il che avviene perchè quanto più lontano tu vai dal sole, tanto più lo stesso sole apparisce più presso alla terra e più le ombre s’allungano. E anco in Italia circa il dì della Natività del Signore, come scrissero gli antichi, all’ora sesta nell’ombra della statura umana si misurano nove piedi. Io pure trovandomi in un luogo della Gallia Belgica, che si chiama la villa del Turone, misurando l’ombra del mio corpo, la trovai di piedi diecinove e mezzo. Così all’incontro, di mano in mano che verso il mezzogiorno tu ti approssimi al sole, sempre più s’abbreviano l’ombre; di modo che nel solstizio di estate mostrandosi il sole nel mezzo del Cielo, nell’Egitto, in Gerusalemme e in quelle vicinanze non si vede alcun’ombra. Ma nel-