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LIBRO TERZO.

REGNO DI FERDINANDO IV.

(anno 1791 sino al 1799.)


CAPO PRIMO.

Provvedimenti di guerra e interni, a seconda de’ casi della rivoluzione francese.

I. I due sovrani di Napoli partendosi da Vienna l’anno 1791 speravano strignere in Italia confederazione di guerra contro la Francia: ma trovato negli altri principi ugual timore, non eguale sdegno serbarono a più maturi tempi l’utile intendimento; e tanto più ch’ei sapevano quanto l’Austria riprovasse la congiunzione dell’armi italiane. Proseguirono il cammino verso Roma, dove il pontefice l’attendeva; Pio VI, bello della persona piacevole di maniere, amante e vanitoso di ornamenti come femmina. Que’ sovrani, nel primo viaggio l’anno 1785, fervendo allora gli sdegni contro di Roma scansarono quel territorio, schivi per fino delle apparenti cortesie, debite fra principi. Ma dalla rivoluzione di Francia e dal comune pericolo ammollito il cruccio, avevano composto, per ministri, patti di amicizia che furono: abolire per sempre il dono della chinea e la cerimonia; cessare ne’ re delle due Sicilie il nome di vassallo della santa sede; concedere nella incoronazione del re largo dono a’ santi apostoli per pietosa offerta; il papa nominare a’ benefizii ecclesiastici, tra i soggetti del re, eleggere i vescovi, nella terna proposta dal re; dispensare negl’impedimenti di matrimonii: confermare le dispense già concesse dai vescovi.

E dopo ciò, i monarchi si avvicinavano amici e riventi al pontefice, preparato ad accoglierli con fasto e grazie. Giunti il dì 20 di aprile, nel giorno istesso andarono al tempio di San Pietro; e di là per secreto accesso agli appartamenti di Pio. Non attesi, ed imposto silenzio dal re alle guardie ed a’ servi pontificii penetrarono sino alle stanze dove Pio con vesti magnifiche sacerdotali giaceva sopra seggia in riposo. Piacque a lui quel confidente procedere di re superbi, e scordate appieno le passate ingiurie, fu d’allora innanzi sincero amico. Le feste durarono molti dì; i doni