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LIBRO TERZO — 1793. 149

quale se manca, steriliscono le terre, sì vuotano i granai, e riducesi a povertà l’abbondanza. Tra quegli stenti del vivere, i più miseri prendevano ingaggio alla milizia; e in maggior numero nella città dove la vita più costa per vizii e lusso. Fu perciò in Napoli coscrirta nuova legione che si disse degli spuntonieri, dall’arme (lo spuntone) che portavano i soldati, destinati a combattere in luoghi impediti e coperti come nei boschi o dietro agli argini, o disposti a quadrato contro i cavalli, o facendo impeto come con la bajonetta: la scarsezza degli archibugi e la ignoranza de’ capi militari suggerirono quell’armatura sconveniente al combattere moderno. Gli spuntonieri furono coscritti volontarii o per legge, tra i lazzari; da che tolgo argomento per dire di cotesta genia, malamente nota dalle istorie, le cose importanti. Surse il nome di Lazzaro nel viceregno spagnuolo, quando era il governo avarissimo, la feudalità inerme, i vassalli suoi non guerrieri, la città piena di domestica servitù; con pochi soldati e lontani, con meno di artisti o d’industriosi, con nessuni agricoli; e però con innumerabili che vivevano di male arti. Fra tanto numero di abbiette genti molti campavano come belve, mal coperti, senza casa, dormendo nel verno in certe cave, nella estate, per benignità di quel cielo, allo scoperto; e soddisfacendo agli usi della persona senza i ritegni della vergogna. Cotesti si dissero lazzari, voce tolta dalla lingua de’ superbi dominatori; i quali, prodotta la nostra povertà e schernita, ne eternavono la memoria per il nome. Non si nasceva lazzaro, ma si diveniva; il lazzaro che addicevasi a qualunque arte o mestiero perdeva quel nome; e chiunque viveva brutalmente, come sopra ho detto, prendeva nome di lazzaro. Non se ne trovava che nella città; ed ivi molti ma non sommati, perchè ne impediva il censo la vita incivile e vagante; si credeva che fossero intorno a trentamila, poveri, audaci, bramosi e insaziabili di rapine, presti a’ tumulti. Il vicerè chiamava i lazzari negli editti con l’onorato nome di popolo; ascoltava i lamenti e le ragioni da lazzari deputati, oratori alla reggia; tollerava che ogni anno nella piazza del mercato, in dì festivo, scegliessero il capo, a grido, senza riconoscere i votanti o numerare i voti; e con questo capo il vicerè conferiva, ora fingendo di volersi accordare intorno a’ tributi su le grasce, ora impegnando i lazzari a sostenere l’autorità dell’imperio; il celebre Tommaso Aniello era capo-lazzaro quando nell’anno 1647 ribellò la città. Per le quali cose la legione degli spuntonieri, disciplinando parecchie migliaja di quei tristi, accresceva numero all’esercito, e faceva più sicura la quiete pubblica.

IX. Pieno di forze il regno, volle il re fermare alleanza con la Inghilterra, già nemica della Francia; e a dì 20 di luglio di quell’anno 1793 fu pattovito (secretamente, perciocchè durava la neutra-